Sarà la fine della realtà?

Sarà la fine della realtà?

In quest’unico articolo di settembre voglio essere breve. C’è tanta roba che balena per la mente e di cui vorrei parlarvi, ma non oggi. Gli argomenti devono sedimentare, mentre la realtà sta sfumando sempre più verso qualcosa di impalpabile e alquanto insolito.

Abbiamo sempre più gente con risposte, e sempre meno persone che si fanno domande. E domande serie, però; perché altrimenti rischiamo di diventare malflidenti come scrivevo qualche anno fa.

La realtà attorno a noi è sempre stata una solida base su cui poter confidare. Ma fin dai tempi più remoti la realtà viene stravolta da infimi personaggi che cercano di proporre verità inesistenti, e molti ci credono. Succede perché non si dubita, non si critica, non si cerca di scavare quantomeno quella superficie che affascina tanto chi osserva. E se non si scopre il mantello non si saprà mai cosa veramente si cela sotto.

Se questo era già un problema di ieri - ma più che mai dell’oggi - potremmo dire che la realtà è finita da un pezzo. Esisterebbe solo la realtà alla quale si vuol credere: quella a cui si presta fede incondizionata. Nulla più è oggettivo, ma tutto diventa soggettivo e opinabile come meglio si crede e si vuole.

Bene (non proprio…).

Ma c’è di più, amici.

Pensate che se già avevamo (abbiamo) un immenso problema a gestire i nostri dubbi e far funzionare veramente bene il pensiero duale divergente/convergente che dovrebbe svelare sempre la realtà e i suoi scenari evolutivi più prossimi, oggi le cose si stanno tremendamente complicando. Se vi piace la matematica vi direi che la complicazione ha raggiunto un ordine di potenza fattoriale. Immane!

E vi dico anche questo. Supponiamo di essere tutte persone estremamente acculturate, razionali, capaci di grande discernimento divergente/convergente e con un QI eccezionale, oltre ad avere capacità empatiche di rilievo. Insomma, anche Einstein ci farebbe un baffo! Ebbene, anche in questo caso ciò che il futuro ci riserva - che è già presente - può seriamente metterci in difficoltà. Ma siccome non siamo affatto tutti super intelligenti e sapienti, ma anzi la maggioranza è ben poco dotata e sguazza nell’analfabetismo funzionale, capite bene che siamo messi ancora peggio di quanto di peggio si possa immaginare.

Basta che vi menzioni i deepfake. Avrete sentito di quegli audio, video e ricostruzioni complesse effettuate attraverso l’emulazione praticamente perfetta della realtà e dei personaggi realmente esistenti, ulteriormente animati e potenziati dall’intelligenza artificiale, che ormai ha da un pezzo rotto gli argini della sinteticità percepibile ponendosi in una condizione di perfetta emulazione delle caratteristiche umane.

Ecco. Tutto, a questo punto, può apparire davvero reale. Non sono più necessari “atti di fede”, perché possiamo acquisire coi nostri sensi un mondo artificiale che appare perfettamente reale, e possiamo anche opporlo come prova “inconfutabile” a chiunque osasse metterlo in dubbio. E’ terribile! Ma è così.

Se ricordate il mito della caverna di Platone, ci cui ho già parlato in passato è in particolare nell’articolo “Realtà e fantasia: l’onestà intellettuale”, il problema più grande che si presenta a chi vuole raggiungere la verità è quello di vincere sé stesso. Uscire dalla caverna di Platone significa aprirsi al dialogo, a ipotesi diverse, ad approfondimenti, anche lunghi e complessi, di ciò che si crede di sapere. Aprirsi! Questa è la chiave.

Sarà già difficile per chi da quella caverna è riuscito a uscire, e ha il dovere di condividere la “nuova” (rectius: vera!) realtà che ha osservato. Quindi non complichiamogli la vita: ascoltiamo, sempre con senso critico ovviamente.

E’ il momento di smetterla con le risposte e farsi soprattutto domande. La tecnologia ci sta proiettando verso scenari fantastici che possono divenire molto più oscuri della caverna di Platone, se continuiamo a dare per oro colato tutto ciò che dice una sola campana. Verifichiamo se tale campana ha davvero le carte in regola; e subito dopo verifichiamo se la nostra fiducia è stata ben riposta attingendo direttamente alla fonte di quella realtà.

Non potevamo già permetterci la fiducia cieca (o quasi), ebbene oggi non possiamo nemmeno più permetterci di credere a ciò che crediamo di vedere e sentire. Io, voi, chiunque, possiamo essere oggetto di deepfake. Ricordiamocelo.

A presto…

Base foto: AI, Grok 2 mini (beta), 30/09/2024

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P. Giovanni Vullo

In questa navicella spaziale, vado in giro a fare scoperte. Provo a capire come funziona. E ve lo racconto.