Illusioni politiche di noi comuni mortali

Illusioni politiche di noi comuni mortali

Non mi sarei aspettato di scrivere così tanto di politica come mi succede da un anno a questa parte. Certo, anche questa è cultura. E’ divulgazione, conoscenza e consapevolezza, tutte cose che si devono diffondere volentieri per poter riflettere su un tema indiscutibilmente centrale della nostra esistenza, che è senz’altro la politica. Ma in questi volumi - ripeto - non me l’aspettavo.

Ci sono tante altre cose che mi piacerebbe raccontare. Lo faccio già e continuerò; ma la priorità odierna non può essere troppo diluita con il resto.

Perché sta accadendo?

Ve lo dirò senza il minimo pregiudizio. Ormai lo sapete che evito accuratamente di contaminare le mie riflessioni con opinioni personali, ideologie, e quant’altro; e quando sono contro qualcosa provo a ragionare col massimo dell’onestà intellettuale. Mi perdonerete se talvolta la mia poca chiarezza ha fatto vacillare questa fermezza, ma da persona fallibile è molto difficile evitarlo del tutto.

Questo incremento di contenuti nasce dall’aver avvertito un nuovo grave pericolo che si è già più volte concretizzato in danno delle fasce più deboli del paese, e idoneo anche a indebolire le fasce medie. E così in altre parti del mondo. Nel nostro caso ho già esaminato più volte leggi finanziarie, dati, presunti miglioramenti, proclami, e quant’altro, che il governo odierno propaganda. E potete rileggere tutto usando il tag “politica” sul blog (l’archivio sarà completo entro febbraio/marzo, ma trovate già la maggior parte degli articoli e quelli più recenti).

Mi chiamano comunista!

Evidentemente, difendere l’etica e l’equità - Base Sociale - per molti significa essere comunista. In realtà ne ignorano il significato, ma che sia pure! Se costoro non possono proprio fare a meno delle etichette mi affibbino quella che vogliono. Poi, più avanti, vedrete quanto queste etichette non abbiano né senso né scopo.

Prestare attenzione alla Base Sociale è prioritario rispetto a ogni altra questione politica. E’ sulla Base che poggia la prosperità di chi veleggia nel maggior benessere; se la Base si agita non sarà facile veleggiare e si rischierà anche il naufragio diventando parte della Base. E più aumenta la consistenza della Base dovuta a questi naufragi, più l’agitazione andrà a scuotere anche i velieri più grandi e gli opulenti transatlantici, minando la sicurezza di tutti.

Il concetto non è assolutamente difficile da capire.

Quindi essere comunista, di sinistra, di centro, di destra, estremi, moderati, o che dir si voglia, ben venga purché si presti la massima attenzione sempre e comunque alla Base.

I malgoverni del passato non avevano mai attaccato e danneggiato così pesantemente la Base, e ciò sta avvenendo indebolendo drasticamente il welfare (assistenza, scuola, sanità) e rendendo sempre più complicato l’accesso e l’uso della Giustizia, a difesa del potere sovrastante la Base.

Questo è il punto.
Questa è l’urgenza.
E queste le ragioni per cui mi ritrovo a scrivere di politica con maggiore puntualità.

I malgoverni del passato, tanto quelli di sinistra quanto quelli strettamente imparentati con il governo odierno (era del berlusconismo), hanno sempre giocato al cambiamento e alle grandi riforme secondo il principio gattopardesco del cambiare tutto per non cambiare nulla. Hanno semplicemente assecondato il potere economico sovrastante, aumentando le ricchezze dei pochi e mantenendo il resto dei cittadini in completa stasi. Il concetto di “crescita”, per il 99% dei cittadini italiani, è pressoché insondabile e inconoscibile: l’Italia è sempre cresciuta - e lo potete accertare dai dati - ma il benessere della popolazione è rimasto pressoché invariato. Allora a cosa è servita la crescita?

Per sintesi, esaminate accuratamente gli ultimi trentacinque anni, dal 1990, coincidente con la fine della cd. prima repubblica, a oggi, e ditemi cos’è cambiato rispetto allo stile di vita odierno.

Noterete che al di là della maggior difficoltà a comprare casa, nonché a riuscire a vivere nelle grandi città come Milano, divenute carissime, nessuno può realmente provare che oggi starebbe peggio di trentacinque anni fa. Anzi, per molti qualcosa è pure migliorato, anche se sono miglioramenti infinitesimali rispetto alla crescita economica del paese (evidentemente finita altrove). Ma il lieve miglioramento viene anche a deprimersi sotto il peso del nostro essere diventati (giustamente!) più esigenti. Ne parlavo proprio in un articolo della scorsa settimana.

Vi prego di non scadere nei luoghi comuni bombardati dai social; osservate semplicemente la vostra vita e quella dei vostri genitori e nonni, e ditemi onestamente se oggi state facendo più sacrifici di quelli che facevano loro. Al netto di quel problema immobiliare e carovita delle metropoli che non è addebitabile a nessun governo di ieri o di oggi, ma alle speculazioni di un mercato a briglie sciolte in cui nessun governo è mai intervenuto, né vuole intervenire.

E’ vero o no tutto questo?

Se è vero, allora come facciamo a dire che i governi passati sarebbero stati peggiori di quello odierno? Non possiamo. Perché tutti hanno semplicemente mantenuto in sospensione i cittadini, garantendo più o meno le stesse cose, mentre la crescita se l’è sempre beccata qualcun altro. E oggi è lo stesso. Il governo odierno non sta migliorando le condizioni degli italiani ma tende a mantenerle esattamente come in passato. Con l’aggravante, però, che oggi il governo attacca la Base, e questo è molto più pericoloso che doversi lamentare per le condizioni che non migliorano da decenni!

Allora basta! Basta, dire che qualcuno è stato incapace, elitario, fascista, comunista, ha regalato soldi per comprare i voti, ha fatto arricchire chi stava già bene, ha privatizzato, non ha privatizzato. Basta! E’ una presa in giro che fate a voi stessi, uno scarica barile comodo solo ai governanti di ogni tempo, per giustificare le ristrettezze di oggi per gli errori fatti ieri, come facevano quelli di ieri con gli altri prima di loro. E così continuerà senza sosta, mentre tutti saranno eroi per mantenere semplicemente a galla il paese a causa delle colpe che sono sempre di qualcun altro.

Non continuate a partecipare a questo gioco!

Non fatelo. Soprattutto per il pericolo che corriamo oggi, che non è solo quello di partecipare al gioco ma ignorare l’attacco INEDITO che questo governo sta portando alla Base: crollano i sussidi per l’assistenza, crollano i finanziamenti per la sanità e la scuola, crollano gli strumenti già minimi dei cittadini per difendersi dalle ingiustizie di burocrati e corrotti, e nulla - come in passato - cambia per pensionati, lavoratori, professionisti, partite iva, e piccole imprese. In più - ribadiamolo ancora! - ci sono i temibili “CROLLANO” appena visti, che si sono aggiunti all’usuale malapolitica. Curiamoci del peggio che oggi sta accadendo.

La Base Sociale va preservata perché fornisce sicurezza e solidità a chi erige su di essa il proprio benessere e la propria ricchezza. E’ interesse di chiunque abbia ambizioni di crescita e di chiunque non debba voler temere di scivolare in quella Base. Di tutti, insomma.

Ecco che torniamo a quelle stupide etichette che conferiscono una specie di maglia per cui tifare o contro tifare: destra, sinistra, centro! Mi rendo conto che non potrò convincere tutti, e soprattutto coloro che hanno consentito di essere plagiati da idee estremiste, come quelle neo fasciste del rigore, della disciplina, del sacrificio, della gerarchia, della superiorità culturale e financo razziale (malcelata). Questi non li convincerebbe nemmeno il codice penale e il divieto di tale deriva ideologica. E mi dispiace.

Mi dispiace perché alcuni remano contro questa urgente necessità di stare tutti dalla stessa parte, difensori solidali e impavidi della Base Sociale, pretendendo per essa il massimo delle attenzioni con una politica equa ed etica, a prescindere dalla maglia che poi si vuole indossare e financo tifare.

Questo significa:

  • Pretendere la piena applicazione dell’art. 38 della Costituzione:
    • pensioni minime ragionevoli e perequate al reale costo della vita;
    • assegni ragionevoli e realistici ai bisogni degli inabili e degli invalidi;
    • sussidi di disoccupazione illimitati, riqualificazione e reale accompagnamento al lavoro (ripristino e miglioramento del RdC);

  • Pretendere la piena applicazione degli artt. 3 comma 2, 32, 34, 36 comma 1, della Costituzione:
    • un salario minimo dignitoso al di sotto del quale è illegale lavorare;
    • consentire l’accesso alla giustizia senza ostacoli di ordine economico;
    • garantire il diritto alla studio e alla formazione professionale senza limiti di età, tempo, luogo e ostacoli economici;
    • tornare a garantire una sanità pubblica gratuita e tempestiva al massimo della sua efficienza;

E su questa Base Sociale che si costruisce una nazione sana, forte e prospera. L’esatto contrario di quello che hanno fatto tutti i governi fino ad oggi, ma mai nessuno aveva lottato addirittura per demolire quel poco che si era costruito nel tempo.

Ecco perché occorre parlare di politica e sottolineare continuamente quello che sta avvenendo. Ed ecco perché l’attuale governo è il peggiore che questo paese abbia mai avuto dall’inizio della storia di questa Repubblica! Forse perché questo non è solo un governo come i precedenti, che si limitavano ad assecondare il potere economico - già cosa molto brutta - ma un governo che starebbe anche tentando di imporre ideologie vecchie e impossibili che finiranno per distruggere la Base Sociale, consegnando il paese all’austerità del globalismo europeo e atlantico. Sappiamo bene quanto possano far gola le ricchezze culturali italiane e la sua preziosa posizione geopolitica.

Questo è “patriottismo” al contrario!

Ora immagino vi starete chiedendo chi può garantire lo sviluppo della nostra Base Sociale e favorire quelle pretese che abbiamo elencato sopra, ma nelle righe dei miei articoli non troverete mai un’indicazione così esplicita. Non voglio certo evitare di sbilanciarmi, ve l’assicuro, ma se è vero che questo progetto l’ho inteso come strumento di divulgazione e sollecito a ragionare con la propria testa allora non vi pare che sia giusto mantenere fede a questo impegno?

E voglio farlo.

Io, al massimo, mi sento di dire che il soggetto politico più vicino a garantire questo sviluppo esiste. E le tracce per individuarlo stanno nella vostra migliore intelligenza e nel tempo che vorrete dedicare a scoprirlo, usando strumenti di semplice logica come quelli che sobriamente consigliavo durante le ultime consultazioni politiche del 2022 - il coltellino svizzero delle elezioni - ai quali posso aggiungere un'ulteriore riflessione che proprio oggi mi è stata ispirata da un amico.

Chi osteggia e scredita all’unisono certi oppositori fuori dagli schemi è semplicemente perché vuole proteggere quegli schemi. Ha paura che le cose cambino, che si perdano i privilegi, e che gli affari personalistici dell’usuale politica si dissolvano. Ha terrore che il sistema diventi più giusto ed equo, facendo trionfare il vero merito e dando lustro all’onestà. Una paura terribile di risalire l’abisso dove invece trionfano ingiustizie e importanti disuguaglianze, affinché le lotte di classe non muoiano mai e si facciano mutare soltanto le armi e le regole d’ingaggio, tenendo tutti sempre ben distanti dall’idea di coalizzarsi in un coro unico di cittadini che pretendono di risalire da quell’abisso. Perché tutto questo distruggerebbe i loro affari e li costringerebbe a comportarsi da veri Statisti, quali purtroppo non sono mai stati.

Base foto: Giorgio de Chirico - Solitudine dell'uomo politico (1966) - Litografia a 6 colori, es. 19/99 - Auction Dipinti, Disegni, Sculture e Grafica Arte Contemporanea - I - Casa d'aste Farsettiarte

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P. Giovanni Vullo

In questa navicella spaziale, vado in giro a fare scoperte. Provo a capire come funziona. E ve lo racconto.