Raccolta #1 - Pepite di Saggezza

Raccolta #1 - Pepite di Saggezza

Periodicamente pubblico sui social delle “pillole filosofiche”, cercando di divulgare in forma sintetica e immediata molti temi contemporanei, attraverso l’ottica del pensiero filosofico classico e moderno. Sono già undici le “pillole” pubblicate; oggi vi propongo le prime tre in questa raccolta che ripeterò altrettanto periodicamente.

Mi auguro possano ispirare le nostre migliori riflessioni, e soprattutto il desiderio di approfondimento.

Buona lettura.

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Naturalmente imperfetti

da: “Pillole filosofiche” (1/2024)

Nel IV secolo d.C., sant'Agostino scriveva l'opera Contra Academicos, e tra le altre cose coniava una frase interessante: «Si fallor, sum», che si traduce in «Se mi sbaglio, esisto». Così sant'Agostino volle sottolineare come la fallibilità umana è la prova che l'uomo vive, esiste, e naturalmente sbaglia. Un'argomentazione che anticipava di quasi 1.200 anni il più famoso «Cogito, ergo sum» di Cartesio, che nella sua forma estesa sarebbe «Ego cogito, ergo sum, sive existo», cioé «Io penso, dunque sono, ossia esisto», attorno al quale ruota tutta la nostra filosofia moderna sulla coscienza umana, esercitata attraverso il dubbio che è unicamente facoltà del pensare umano. Quindi esistenza dell'uomo in quanto capace di pensare.

E di sbagliare! Come ricordava molto tempo prima sant'Agostino.

Pensare, sbagliare e riprovare, è dunque ciò che siamo e ciò che ci ha portato a essere oggi. Non dobbiamo aver paura di sbagliare.

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Schierarsi

da: “Pillole filosofiche” (2/2024)

Nel terzo canto dell'Inferno della Divina Commedia, Dante incontra gli ignavi, conosciuti anche come pusillanimi. Tra loro anche alcuni angeli che all'epoca della ribellione di Lucifero non vollero schierarsi. Per questa vigliacca neutralità furono rifiutati sia dall'inferno che dal paradiso, collocati in quello che Dante - e Virgilio prima di lui (Eneide) - chiama Antinferno, dove le pene patite sono durissime.

I pusillanimi sarebbero il lato peggiore dell'umanità; vigliacchi e omertosi che non hanno il coraggio di schierarsi evitando di fare il bene e credendo così di non fare nessun male. Sono quelli che si farebbero "gli affari propri", girandosi dall'altra parte in qualunque situazione che non li interessi direttamente e pesantemente. Ancora più anticamente veniva narrato attraverso le tre scimmiette: Mizaru, Kikazaru e Shizaru (non vedo, non sento, non parlo).

Dante ci ricorda semplicemente che non seguire alcun ideale e non schierarsi mai dalla parte di nessuno - per bene o per male - comporta l'essere schifati perfino dall'inferno!

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Governare saggiamente

da: “Pillole filosofiche” (3/2024)

Kallipolis era la città perfetta che Platone immaginava nella sua opera Repubblica narrando Socrate, dove il governo avrebbe dovuto essere guidato esclusivamente da filosofi, intellettuali notoriamente dediti a una fervida attività di pensiero che avrebbe garantito la migliore politica possibile per i cittadini.

Platone partiva dal presupposto che il sapere profondo, la sensibilità, l'empatia, la curiosità e i costanti interrogativi a cui si sottopongono i filosofi, debbano essere prospettive irrinunciabili per chiunque esercitasse un potere. Questi non può limitarsi ideologicamente, culturalmente e temporalmente, dovendo invece indagare costantemente l'uomo e la natura. In ciò denunciava l'errore compiuto da Atene per la condanna a morte del suo maestro Socrate, colpevole proprio di filosofeggiare troppo.

La componente decisiva di saggezza e sensibilità filosofica è stata sempre assente nella storia umana del potere e dei governi. E lo è tutt'oggi.

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Per questa raccolta è tutto. Non perdetevi la prossima, e seguite direttamente sui social le vecchie e nuove “pillole” già pubblicate.

Base foto: vedi didascalie direttamente sulla foto

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P. Giovanni Vullo

In questa navicella spaziale, vado in giro a fare scoperte. Provo a capire come funziona. E ve lo racconto.