Evviva! Aumenta l’occupazione…

Evviva! Aumenta l’occupazione…

Ne avevo già parlato di recente ponendo l’accento sulla tenuta sociale a rischio del paese. Tocca occuparsene di nuovo, perché dall’altro ieri Fratelli d’Italia e i loro accoliti ultrà (ormai i partiti sono come squadre di calcio con le loro curve-sud) sono tornati a inondare i social di post. Lo fanno ogni giorno per la verità, e stavolta tornano ad autocelebrare la crescita record di occupati nell’ultimo anno. Tutto merito delle loro misure politiche, dicono.

«Abbiamo vinto la sfida sul lavoro! Nel 2023 ci sono stati 500.000 occupati in più, dimostrando che l’assistenzialismo del Reddito di Cittadinanza era sbagliato!». Questa è più o meno la sintesi della loro verità relativa.

Le verità relative sono simili alle bugie di Pinocchio se non vengono prima filtrate attraverso delle verità assolute, qualora esistessero. E siccome nel nostro caso esistono, procediamo a filtrare la celebrazione pinocchiesca del governo.

Ecco quattro verità assolute da cui partire.

  1. L’occupazione cresce per merito del governo solo se tale governo ha realizzato misure di politica attiva sul lavoro.

  2. I dati ISTAT non si possono leggere da soli, ma vanno correlati ad altre rilevazioni fondamentali, per esempio la crescita spaventosa della povertà e l’accentuazione delle disuguaglianze sociali, le cui percentuali di crescita si contano quasi sulle prime decine e non su irrilevanti decimali dello 0,1% (i 500 mila occupati in più).

  3. La misura del Reddito di Cittadinanza, RdC, non poteva essere radicalmente sbagliata, attesa la sua esistenza da decenni in tutti i principali paesi UE.

  4. Il RdC appariva misura giusta e corretta da oltre ottant’anni presso la nostra lungimirante Costituzione, all’art. 38, comma 2: «I lavoratori hanno diritto che siano preveduti e assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di [...] disoccupazione involontaria».

Le ultime due verità assolute (terza e quarta) sono la risposta alla prima verità, se per politica attiva del lavoro il governo intende l’abolizione del RdC per i disoccupati (rectius: loro li definiscono “occupabili”). E questo lo capiamo osservando che non vi sono altre misure da valutare. Il governo in carica non ha fatto null’altro per favorire l’occupazione, e a ben vedere parla solo dell’abolizione del Reddito di Cittadinanza come misura che avrebbe favorito la crescita dell’occupazione.

Non è affatto difficile da capire. E’ chiarissimo.

Una chiarezza che ci porta già a riflettere su un primo vero abominio: una misura che soffoca un principio costituzionale finalmente riconosciuto nella sua pienezza non può che suscitare indignazione e sentimenti di giustificata ribellione. Perché i diritti non possono essere misconosciuti!

Si va fieri di aver dato in pasto agli sfruttatori quei disoccupati che andavano invece garantiti, e per loro andavano sviluppate politiche attive di reinserimento lavorativo, affinché tornassero occupati ma con dignità. Invece alcuni di loro sono tornati occupati ma con grave mortificazione e umiliazione.

Lo abbiamo scritto nella nostra seconda verità assoluta: i dati ISTAT vanno letti in maniera coordinata e sistematica. Visto che dobbiamo attribuire l’aumento dell’occupazione alla misura di abolizione del RdC, e questi nuovi occupati hanno fatto anche salire l’indice di povertà e disuguaglianza (cfr: dati ISTAT e Caritas), pare evidente che quelle mortificazioni e umiliazioni sono assolutamente reali.

Anche questo è molto semplice da capire.

Si prenda una neolaureata magistrale in ambito educativo e pedagogico con 110 e lode, e duplice indirizzo di specializzazione. La giovane dottoressa poteva avere 500 euro di RdC (e fino a 750 euro, se pagava l’affitto), e si sarebbe potuta permettere di mandare a quel paese proposte oscene da 300 euro al mese per 36 ore la settimana (circa 2 euro l’ora!), e contratto a termine. Ma oggi, a tasche vuote, deve accettare quella miseria e il palese sfruttamento delle sue capacità e specializzazioni (il “merito!” di Valditara), arricchendo gli imprenditori proprietari privi di scrupoli e probabili elettori di questo governo.

E’ solo uno degli infiniti casi recenti e personalmente verificati. Si pensi a ciò che accade a chi ha già più di quarant’anni e non gode nemmeno di particolari qualifiche e adeguata scolarizzazione. Mentre a 50 anni, con ancora figli a carico, si è pure disposti a prendere le frustrate pur di portare un pezzo di pane in casa. Si somatizza, ci si ammala e arrabbia, anche parecchio, si finisce per fare danni. E’ inevitabile, perché il buon funzionamento della nostra macchina biologica dipende anche dal sistema sociale.

Ai fini dei nostri dati, che succede? Lo avrete intuito benissimo: figureranno nuovi lavoratori. Solo che la differenza tra i numeri degli occupati in più e il potere di acquisto che essi sviluppano presso il sistema paese aumenta contestualmente l’indice di povertà generale, con nuovi soggetti che accrescono la disuguaglianza e ampliano il divario sociale. Quindi alla fine perdono tutti, perché non cresce nemmeno il PIL e gira sempre meno denaro: si accumula e ristagna nelle tasche del ceto più abbiente.

Solo per completezza notiamo che la sbandierata crescita del PIL italiano superiore a quella europea è una cosa falsa. In realtà l’Italia crescerà ben al di sotto della media europea, per la prima volta negli ultimi anni. A stabilirlo sono congiuntamente le stime UE, Ocse e FMI. Abbastanza per dubitare di quest’altra propaganda replicata dalla premier Meloni anche durante la conferenza stampa della scorsa settimana (cfr: su Pagella politica LINK ESTERNO).

Ma non è tutto. Per chiudere in bellezza è giusto tributare al governo un’altra misura di “politica attiva del lavoro” - sempre per come la intendono loro - che non avranno citato per probabile modestia. Si tratta di una misura che consente, agli eventuali occupati che crescerebbero, di percepire stipendi da fame, e cioè la bocciatura del salario minimo proposto dalle opposizioni. E sempre l’ISTAT che ci fornisce i dati secondo il principio della nostra seconda verità (ut supra), comunicando proprio ieri che 1,3 milioni di persone lavorano con una paga oraria lorda di € 7,79, inferiore di due terzi rispetto alla paga mediana nazionale (cfr: Comunicato ISTAT del 10/01/2024 LINK ESTERNO).

Ecco di cosa va fiero questo governo.

Mettiamocelo bene in testa: se anche l’occupazione aumentasse con questi miseri presupposti di umiliazione e sfruttamento dei lavoratori, non potrà che prospettarsi una nuova epoca di disordini sociali e grave compromissione della sicurezza di ciascuno. I cittadini italiani sono abituati a un certo tenore e una dignità e fierezza non avocabili verso scenari di stampo medievale.

Se vi pare che abbia detto delle cose inesatte o sbagliate, muovete pure le vostre migliori critiche. Come sempre, ho cercato di raccontarvi quello che osservo con scrupolo e basandomi solo su analisi di dati, logica e soprattutto politica etica. La propaganda di questi giorni ha coinciso con l’articolo sul lavorismo che è mia intenzione preparare; quest’occasione è stata dunque una buona premessa per ricollegarci presto con antiche riflessioni che non dovrebbero mai abbandonarci.

Base foto: Generata tramite IA (DALL-E) il 14/07/2023

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P. Giovanni Vullo

In questa navicella spaziale, vado in giro a fare scoperte. Provo a capire come funziona. E ve lo racconto.