Meloni al primo giro di boa: bilancio di un governo

Meloni al primo giro di boa: bilancio di un governo

Lo scorso anno, quando l’odierna premier e il suo entourage vinsero le elezioni facendo capolino presso palazzo Chigi, non mi misi subito a maledire il Rosatellum, anche perché l’Italicum e il Porcellum (e quell'altra roba lì), non sono state leggi elettorali tanto migliori. Il governo si compone quasi sempre da minoranze che sanno aggregarsi strategicamente e profittare dell’immenso popolo che colpevolmente si astiene da un diritto/dovere primario. Salvo poi lamentarsi.

Il mio non velato rammarico prescindeva sinceramente dagli usuali pregiudizi di furore politico; nasceva solo perché mi sentivo parecchio distante da un esecutivo che aveva fatto opposizione urlata, caciarosa, irriverente, senza rispetto del proprio ruolo, sempre contraria a tutto, e che già trattava minoranze, disoccupati, poveri, e classi meno abbienti in generale, come fossero la spazzatura del paese. Personaggi - alcuni odierni ministri della repubblica - che nei talk-show maltrattavano e umiliavano poveri cristi con altezzosa tracotanza. E una montagna d’ignoranza.

Insomma, non era una squadra etica e tanto meno preparata. Non realizzavo alcuna loro capacità oggettiva, nonché possibile bene per il paese, nella loro elezione. E quando giunse il “pungo nello stomaco” sarebbe stato facile maledire la legge elettorale insieme a chi non era andato a votare, e senza risparmiare le altre forze politiche che litigando tra loro avevano posto il sigillo alla dipartita di un'alternativa.

Ecco. Ci tenevo a premettere che non ho maledetto nessuno. Poi, col tempo, ammetto che qualche improperio mi sia sfuggito.

Anzi, posto l’accento sulla diversità di vedute, feci gli auguri al nuovo governo scrivendo un breve articolo in cui ricordavo anche le tribolazioni di Marco Tullio Cicerone. Se perdonate l'autoreferenzialità ve ne cito un brano:

Desidero molto sinceramente augurare alla Meloni ogni bene: per sé, per l'onorato e oneroso timone che dovrà dirigere, e soprattutto per tutti i cittadini di questo paese, che di bene ne hanno bisogno a vagonate.

Faccia bene, Presidente Meloni!

(da “Buon lavoro al nuovo governo” 1, 22/10/2022)

Accostai all’augurio Cicerone, che per la sua particolare posizione politica, certamente più vicina alle ideologie autoritarie e di censo delle destre, non poteva essere citazione sgradita. Tuttavia un Cicerone lucido nel rilevare i mali del suo tempo, che con fine diplomazia, ma decisione, addebitava al declino delle virtù politiche, nella storica crisi della Roma repubblicana. Finì male, nel suo caso; bisogna tenerne conto.

Perciò mi auguravo che questo governo fosse cosciente perlomeno quanto lo era Cicerone ai suoi tempi.

Mi sbagliavo!

L’augurio - auspicio - non è servito.

Siamo quasi all’anno di quest’avventura di destra-centro, e mi domando: perché? Perché così tanti errori, mancate promesse, giravolte spaziali, per non parlare di scandali e guerra senza quartiere all’opposizione. Il governo Meloni sembra non averne fatta una giusta. UNA, di numero. Anzi forse una l’ha fatta, però su proposta delle opposizioni riguardo la legge sull’oblio oncologico. E magari un’altra mezza, o forse è meglio dire un quarto, quando ha deciso di tassare gli extraprofitti, anche se solo alle banche, anche se in modalità talmente edulcorata da produrre ben poco (e forse), anche se dopo quasi sei mesi da quando si sarebbe dovuto fare. Nel tergiversare si spergiurava invece di non farlo. "Una e un quarto", allora, regalandogli quella delle opposizioni; ma non dimentichiamo che anche un orologio rotto segna l'ora esatta due volte al giorno.

Il bilancio è disastroso. L’approfondimento di ogni singolo punto elencato la lascio alla vostra indubbia capacità di sereno discernimento.

  • Calo del PIL, della produzione industriale e dell’occupazione (cfr: ultima nota ISTAT, n. 8/2023).
  • Esodati RdC e fallimento post-RdC, perché in effetti manca il lavoro. Sicché è stata semplicemente gettata la gente in mezzo alla strada, in preda al lavoro nero, allo sfruttamento, alla manovalanza criminale che sopperirà al mancato welfare di Stato.
  • PIù di 320 mila famiglie esodate dal SuperBonus, prima osannato oggi condannato, in completa e comprensibile disperazione.
  • Condoni fiscali che graziano unicamente gli evasori senza ritorni utili per il paese.
  • Insensato aumento del contante in un paese ad alto tasso di elusione ed evasione fiscale.
  • Stipendi inadeguati e in contrazione rispetto al trend di tutti gli altri paesi europei, e contrattazione collettiva sempre al palo.
  • Salario minimo osteggiato in tutte le sue declinazioni. Un ministro (Musumeci) ha persino affermato che “il salario minimo è assistenzialismo”.
  • Fallimento delle politiche sui migranti: sbarchi raddoppiati, senza sosta e gestione dei flussi al collasso.
  • Le loro riforme al palo, denotando incapacità anche sulle loro idee. Magari questo è l’unico bene, considerato ciò che si vorrebbe attuare con l’autonomia differenziata che condanna il mezzogiorno, i noti interventi sulla giustizia per proteggere i colletti bianchi, la modifica della Costituzione per il premierato dei poteri senza controllo.
  • Polemica sul patto di stabilità europeo come ulteriore capro espiatorio, senza però offrire alcuna visione critica precisa e proposta argomentabile in sede UE.
  • Incapacità di gestire il PNRR, con continue perdite di denaro e opportunità.
  • Pressioni presso l’UE sull’operazione Ita-Lufthansa, ritenendo che le procedure accertative sull’operazione siano troppo lente, ma senza spiegarne le ragioni o muovere accuse precise.
  • Aiuti e risposte insufficienti, e piani futuri inesistenti, sui drammi dell’alluvione in Emilia Romagna.
  • Problema criminalità risolto con retate e mandando tutti in galera, compresi i genitori che non mandano i figli a scuola. Nessun accenno, invece, alla prevenzione e a strumenti per contenere emarginazione e degrado.
  • Sanità ulteriormente tagliata e nel disastro dell’assenza cronica di medici.
  • Scuola anch’essa tagliata e con migliaia d’insegnanti che continuano a mancare.
  • Dispersione e abbandono scolastico senza interventi e soluzioni.
  • Inflazione alle stelle.
  • Carburanti, energia, gas, ormai fuori controllo, mentre le accise che promettevano di togliere sono diventate intoccabili.
  • Mutui alle stelle.
  • Costo dei biglietti aerei senza precedenti.
  • Turismo con prezzi alla stelle e italiani che vanno in vacanza in Albania.
  • “La qualità si paga” (Lollobrigida), anche se “I poveri mangiano meglio dei ricchi” (sempre Lollobrigida).
  • Peggioramento generale e grossolano della crescita che si era costantemente prodotta sino a chiusura del 2022 (precedenti governi).
  • Infine, non avrebbero nemmeno soldi per l’imminente manovra finanziaria.

Ho dovuto soprassedere su figuracce, scandali, promesse non mantenute e scaltrezze distrattive, per ragioni di spazio.

Non potendo nascondere nulla di questo disastroso tracollo, ecco che l’ennesimo vituperio all’etica ha preso forma: il governo getta la colpa sul Superbonus.

Nelle reti social imperversano meme e grafiche con cadenza pluriquotidiana, nel tentativo di veicolare questo messaggio al paese: il Superbonus avrebbe determinato la più grande truffa pubblica mai registrata. Quel Superbonus di cui si era appropriato lo stesso governo odierno, difendendolo e facendolo diventare un proprio cavallo di battaglia, fin dall’epoca in cui facevano opposizione ai Conte/Draghi, e fino a qualche mese addietro. Ma ora parrebbe un ottimo capro espiatorio per giustificare le macerie appena elencate, dando così senso a tale giravolta ennesima poiché - ci dicono - non avevano compreso la portata truffaldina di questa misura. Occorreva governare per poter “aprire i cassetti” e capire bene (sic! da testuali parole di un esponente del governo).

Ennesimo vituperio all’etica, ribadiamolo. E bisogna aggiungere che si tratta anche di un perculamento senza precedenti che monta ulteriormente l’offesa all’intelligenza degli italiani (se ne è rimasta, ovviamente). Infatti dovrebbe essere chiaro a tutti che in un paese democartico come l’Italia non esistono veti e segreti di stato sui conti pubblici! Non esistono cassetti che si possono aprire solo mentre si governa. Oltre al fatto che sul Superbonus non si contano più le fonti autorevoli che lo hanno promosso: Banca d’Italia, Censis, Nomisma, Istat, Eurostat, ufficio parlamentare di bilancio, fondazione commercialisti, e tanti altri che hanno continuato a spiegare nel tempo l’attitudine del superbonus ad aumentare il PIL più del debito pubblico. Esattamente ciò che serve nell’economia capitalista della “crescita infinita” (ndr - che pur aborro, ma è quella che abbiamo per ora).

Cosa può essere, allora, se non una pietosa corbelleria che verrebbe a svelare delle chiare incapacità di governare? E a quale popolo così ignorante e inconsapevole si stanno rivolgendo?

Non vedo come poter essere fiducioso. Non c’è alcun segnale su eventuali cambi di registro; e già la dialettica e i toni montano ancor peggio di ieri, con lanci di accuse senza tregua verso le opposizioni “a tutto social”, e supportati dalla genuflessione ormai pressoché totale di stampa e tv. Traspare poi un’altra anomalia che fa apparire il governo come fosse l’opposizione, tant’è la verve nel puntare il dito contro gli avversari.

Sono evidenze asettiche. Evidenze che non sarebbe necessario raccontare, perché non dovrebbe essere difficile osservarle da sé. E laddove si trovasse ancora chi storce il naso in cieca “tifoseria” verso questa compagine governativa, come alcune rilevazioni statistiche informerebbero, non ci sarebbe comunque nulla di cui sorprendersi. Se leggete le mie numerose riflessioni sui patemi psicologici che ci affliggono, sarete anche voi vicini al mio comprensivo tristissimo distacco da mancata sorpresa.

Ora mi chiedo: ma chi sono costoro? Che cultura hanno? Che studi hanno fatto? Che esperienza di gestione di Stato ed esigenze hanno mai avuto? Domandiamocelo per bene! Pur evitando di schierarci tra quelli che accusano “hanno fatto solo politica, ma non hanno mai lavorato”; perché fare politica - vera e seria! - è forse il lavoro più complicato che possa esistere. Onore, dunque, anche chi ha sempre fatto solo quello con dignità e portamento da statista.

Questi ultimi rilievi, come avrete compreso, non riguardano solo l’attuale disastrato esecutivo al governo. Ma questa è senz’altro un’esperienza che ci deve far riflettere a tutto tondo, perché stiamo saggiando alcune significative falle della democrazia e del suffragio universale. Mai potremmo rinunciare a nessuna delle due cose, ma dobbiamo essere consapevoli che qualcosa va cambiato nel selezionare la preparazione e dignità di chi poniamo a rappresentanza di un popolo intero e della sua Costituzione.

L'Italia è indubbiamente il paese con una delle più belle e nobili costituzioni al mondo. Meritiamo di più!

Base foto: Fotogramma da TV Senato, durante la fiducia dell’attuale governo ottenuta al Senato.


  1. "Buon lavoro al nuovo governo", disponibile su fai.infomrazione.it cliccando sul link. Il contenuto verrà presto archiviato anche qui. 

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P. Giovanni Vullo

In questa navicella spaziale, vado in giro a fare scoperte. Provo a capire come funziona. E ve lo racconto.